Lap-t e diastasi addominale
Introduzione
Cercando online informazioni inerenti alla diastasi addominale ci si può imbattere nella cosiddetta tecnica Lap-t, presente su campagne pubblicitarie, websites e gruppi social a tema.
Lap-t, ovvero Mini-Laparoscopic Abdomino Plasty Technique.
IL PRINCIPALE PUNTO CRITICO È IL CONTATTO DELLA RETE / MATERIALI CON I VISCERI
Il nome Lap-t sembra messo più che altro a scopo commerciale. La ricostruzione infatti non possiede caratteristiche strutturali diverse dagli interventi con sutura posteriore e rete intraperitoneale.
Lap-t, la rete e i materiali sono a contatto con i visceri
Nella cosiddetta tecnica Lap-t, così come in tutte le tecniche intraperitoneali, sia la rete (Mesh) che i relativi mezzi di fissaggio (Tacker) risultano a contatto diretto con i visceri una volta concluso l'intervento.
Lap-t e anestesia, tra pubblicità e la reale pratica clinica
In associazione alla cosiddetta tecnica Lap-t viene pubblicizzata una fantomatica anestesia "light" o "soft" o "multifattoriale senza intubazione" (il nome è cambiato varie volte).
Non esiste un corrispettivo di tutto ciò nella reale pratica clinica.
Tutti gli interventi sulla diastasi dei muscoli retti devono infatti essere condotti in anestesia generale indipendentemente dalla tecnica chirurgica prescelta.
I dosaggi farmacologici non possono essere né light né pesanti ma sono gestiti dal medico anestesista a seconda della corporatura del paziente, del suo metabolismo e numerose ulteriori variabili cliniche.
Tutte le anestesie generali comportano necessariamente intubazione con cannula tracheale per la ventilazione assistita.
Questo è lo standard in tutto il mondo per qualsiasi intervento in anestesia generale.
Nel materiale informativo inerente alla cosiddetta tecnica Lap-t si pubblicizza tuttavia anestesia "senza intubazione" o "senza intubazione oro-tracheale".
Leggendo meglio si capisce che il giro di parole verte sull'utilizzo della maschera laringea al posto della cannula tracheale dando un'illusione di diversità (evidentemente destinata a lettori senza conoscenze mediche).
Non viene infatti spiegato che anche con la maschera laringea si esegue una vera e propria intubazione.
La maschera laringea a dispetto del nome "maschera" è composta infatti da un tubo e una voluminosa guarnizione da inserire in laringe.
Questo tipo di intubazione, non privo di rischi e con vari limiti di tenuta, non esiste per essere meno invasivo, ma per specifiche esigenze tecniche del passato (oggi superate con i videolaringoscopi).
La cosiddetta tecnica Lap-t necessita quindi di anestesia generale e intubazione contrariamente a quanto le pubblicità potrebbero far credere.
Lap-t e CO2, tra pubblicità e la reale pratica clinica
La laparoscopia agendo "al chiuso", necessita di uno spazio di lavoro temporaneo per consentire la visione ed il movimento degli strumenti senza danneggiare i visceri.
Tale spazio di lavoro viene creato con l'insuflazione temporanea di anidride carbonica (CO2) e prende il nome di "pneumoperitoneo".
Questo è lo standard in tutto il mondo ed è la base di ogni procedura laparoscopica
Come tutte le tecniche laparoscopiche, anche la cosiddetta tecnica lap-t si svolge con il normale pneumoperitoneo, quindi con la normale insuflazione di gas CO2.
Non è vero quanto pubblicizzato riguardo al fatto che la cosiddetta tecnica Lap-t si svolgerebbe in assenza di questi normali passaggi.
Vediamo nel dettaglio il perché.
Lo Pneumoperitoneo
Le pressioni dello pneumoperitoneo vegono normalmente variate all'interno di un certo range in funzione della fase dell'intervento e a seconda della necessità di uno spazio di lavoro più o meno ampio.
Gli strumenti laparoscopici / minilaparoscopici essendo rigidi e non articolabili, richiedono spazi relativamente ampi per potersi muovere in sicurezza senza collidere con i visceri.
Pertanto lo pneumoperitoneo è necessario e le sue pressioni non possono essere troppo basse, se si vuole lavorare in sicurezza.
La modalità Gasless
Per quanto riguarda la modalità di lavoro "Gasless" è una metodica incompatibile con la chirurgia della diastasi addominale.
Tale modalità infatti è basata su un divaricatore ingombrante e macchinoso, il quale penetrando nella parete addominale la tira verso l'alto, mantenendo aperto in questo modo lo spazio di lavoro.
Ciò è evidentemente incompatibile con la chirurgia di parete addominale ed è riservato ad interventi viscerali.
Non esiste quindi nella reale pratica clinica la possibilità di condurre gli interventi sulla diastasi in modalità "Gasless" .
lap-t, recidive
Nel materiale informativo reperibile online riguardo alla cosiddetta tecnica lap-t viene pubblicizzata con tono sensazionale l'assenza di recidive.
In realtà non è così, le possibili recidive seguono i criteri di tutte le tecniche laparoscopiche intraperitoneali.
Per ulteriore approfondimento sul caso si consiglia la lettura del capitolo specifico
Lap-t, complicanze
Le possibili complicanze seguono i criteri di tutte le tecniche intraperitoneali.
Per ulteriore approfondimento sul caso si consiglia la lettura del capitolo specifico
Lap-t, attenzione alle pubblicità sul web e ai gruppi social
In entrambi i casi illustrati nei paragrafi precedenti, le pazienti si erano affidate allo stesso medico allettate da pubblicità e gruppi social a tema.
Tali pubblicità riportavano: "tecnica mini-invasiva" , "anestesia light" , "assenza di recidive" , "professore di indubbia bravura" e cose del genere.
Facendo una ricerca sul medico in questione abbiamo riscontrato che nonostante egli si fregi del titolo di professore non ne abbia diritto, non essendo ne ordinario ne associato presso alcuna università.
Sarebbe da verificare pertanto anche la rimanente parte del suo curriculum, ove sotto la voce "pubblicazioni scientifiche", ad un primo sguardo numerosissime, si trovano invece elencate soltanto semplici partecipazioni a congressi, per lo più in qualità di spettatore.
Le pazienti si sono poi successivamente rivolte a noi per risolvere le pericolose complicanze in atto.
Entrambi i casi partivano da diastasi piccole, alla soglia minima di operabilità e non avevano fattori di rischio o comorbilità particolari.
Entrambe le pazienti erano convinte di essere state operate con una fantomatica anestesia "light o soft senza intubazione " ma in realtà consultando la cartella clinica è documentata chiaramente anestesia generale, come avviene per tutte le altre tecniche.
Entrambe le pazienti non avevano capito la reale struttura dell'intervento, sapevano che c'era una rete ma non "dov'era", cioè a livello intraperitoneale (a contatto con i visceri).
In conclusione
Con Lap-t viene presentata una cosiddetta "tecnica personale" che non ha tuttavia caratteristiche sostanzialmente diverse dalle note tecniche intraperitroneali.
Non ne viene descritto il principale aspetto critico dal punto di vista strutturale che è costituito dal contatto dei materiali con i visceri, foriero di possibili complicanze (anch' esse non menzionate).
Vengono invece pubblicizzate improbabili argomentazioni di contorno sulla modalità di esecuzione dell'intervento riguardanti lo pneumoperitoneo e l'anestesia, che non corrispondono alla reale pratica clinica.