Diastasi addominale casi al limite
La diastasi addominale, si può verificare in un'ampio range di gravità a seconda delle numerose variabili nella sua fisiopatologia.
Con la nostra attività clinica siamo divenuti negli anni un vero e proprio punto di riferimento internazionale per i casi al limite, che trovano nella nostra chirurgia una risposta completa.
Casi al Limite, come è cambiata la vita di una giovane mamma
Dalle immagini sotto sforzo ed a riposo si percepisce la gravità della patologia, a causa del difetto di parete non vi era alcuna protezione degli organi addominali, pertanto la paziente doveva mantenere tutti i giorni la fascia contenitiva.
Questo caso è considerato al limite per gravità di IRD (inter recti distance) nonché per la distrofia dei tessuti superficiali e profondi.
La paziente presentava la perdita totale del contenimento addominale e l'unico tessuto rimasto a contenere minimamente i visceri era la cute, anch'essa distrofica e fortemente danneggiata.
Il quadro clinico si è manifestato in esiti della seconda gravidanza, paziente normopeso, di corporatura normale e di giovane età.
Non era possibile un'attività fisica del tutto normale a causa dei deficit posturali e locomotori, ed in ultimo gli evidenti inestetismi penalizzavano la ragazza livello emotivo in maniera importante.
Abbiamo optato per una ricostruzione solida e funzionale ma che permettesse anche a questa giovane paziente, di avere il massimo possibile in termini estetici, eseguendo la cosiddetta Triade ®.
L'intervento è stato realizzato pertanto associando:
1) La ricostruzione robotica per via trans-addominale pre peritoneale, che ha permesso di ricostruire l'integrità anatomica della linea alba in posizione ortotopica (cioè nella posizione originaria) chiudendo in vasto difetto di parete e ridando contenimento all'addome
2) Il livellamento del pannicolo adiposo con liposcultura e lipofilling (specialmente nelle regioni ove la distrofia dei tessuti superficiali lo aveva compromesso maggiormente)
3) La rimozione della pelle in eccesso che ha richiesto un' addominoplastica completa con trasposizione e reimpianto ombelicale.
Il decorso è stato del tutto regolare e la paziente è stata dimessa in quarta giornata post-operatoria con un completo livello di autonomia.
È poi seguita una fase di convalescenza a domicilio durata non più di due settimane.
È stato consigliato alla paziente di continuare a portare la fascia contenitiva per due mesi dopo l'intervento e di reintrodurre l'attività fisica con gradualità.
Casi al limite, diastasi aggravatasi progressivamente nel tempo
Questo caso al limite di diastasi addominale ci consente di ragionare su alcuni concetti inerenti alla possibile evoluzione clinica della patologia se non trattata per tempo.
La paziente aveva sviluppato un'iniziale diastasi addominale molti anni prima, in occasione della gravidanza, la patologia si è poi aggravata in maniera lentamente progressiva dando luogo ad una quadro clinico con aspetti locomotori e compartimentali toracico-addominali.
Non era pertanto solo una necessità estetica e la ricostruzione è stata pianificata dopo un approfondito studio pre-operatorio viste alcune comorbilità che negli anni si erano accumulate.
Era pertanto necessaria una ricostruzione mini-invasiva ma che garantisse una grande tenuta vista l'entità della patologia.
L'intervento è stato eseguito in chirurgia robotica attraverso millimetriche vie di accesso e sfruttando il piano pre-peritoneale con la metodica R-Tapp (Dr. Darecchio).
Il tipo di ricostruzione è molto rispettoso dell'anatomia perché non prevede materiali a contatto con i visceri o percepibili in superficie.
L'intervento permette un riallineamento molto solido dei muscoli retti e la ricostruzione della linea alba in posizione ortotopica (ciòè nella sua sede naturale).
La paziente ha pertanto recuperato la piena funzionalità risolvendo radicalmente la patologia all'età di oltre 70 anni.
Casi al limite, Obesità viscerale... e la diastasi?
In questo caso vediamo due problematiche principali l'obesità di tipo viscerale e una diastasi addominale gravissima.
Sorprendentemente per anni la paziente non sapeva di essere affetta da diastasi in quanto i dietologi ai quali si era affidata non avevano considerato questa evidenza.
Poi leggendo a riguardo la paziente ha avuto il sospetto di esserne affetta e infine si è rivolta a noi.
Le diastasi ed obesità davano luogo ad un circolo vizioso dal quale era difficile uscire.
L'obesità di tipo viscerale non permetteva di poter intervenire subito sulla diastasi.
Era necessario un drastico calo ponderale per preparare il caso all'intervento chirurgico, ma la paziente inizialmente non era molto motivata, anche a causa delle esperienze precedenti.
Le diete che infatti aveva intrapreso si erano rivelate costantemente deludenti, nonostante l'effettivo calo ponderale infatti, l'addome rimaneva voluminoso a causa della grande diastasi (che non sapeva di avere).
Il percorso preparatorio è durato più di un anno ma ha portato al raggiungimento del peso corporeo ideale per per essere sottoposta all'intervento.
La tecnica prescelta doveva essere estremamente resistente (visto il grande IRD) e bisognava prevedere la rimozione di una considerevole area di pelle in eccesso.
Abbiamo quindi optato per una ricostruzione robotica R-Tapp abbinata ad una miniaddominoplastica.
L'intervento e il decorso post-operatorio si sono svolti agevolmente grazie alla corretta preparazione con il dimagrimento.
Il risultato cosi importante è dovuto a vari fattori tra cui il tipo di intervento che non altera l'anatomia e l'ottima struttura di base della paziente che una volta risolta l'obesità e la diastasi è potuta emergere.
Casi al limite, diastasi asimmetrica ed ernia ombelicale recidiva
In questo caso vediamo una situazione piuttosto frequente che ha tuttavia generato un vero e proprio caso limite.
La paziente era inizialmente affetta da diastasi addominale post gravidanza ed ernia ombelicale di modeste dimensioni.
I primi medici ai quali si era rivolta non avevano riconosciuto la diastasi ed avevano sottoposto la paziente alla semplice riparazione di ernia ombelicale.
Come abbiamo già ricordato più volte questo è il presupposto per la recidiva erniaria, che in effetti non ha tardato a manifestrasi, sommandosi alla preesistente diastasi ed aggravandola.
L'addome era fortemente asimmetrico a causa della grande camera erniaria recidiva che aveva alterato lo spessore del pannicolo adiposo.
La paziente viveva con la fascia contenitiva ogni giorno e aveva deficit sia posturali che locomotori oltre a frequenti episodi di impegno erniario.
Abbiamo programmato un intervento composto da una dalla rimozione della vecchia rete dislocata e una ricostruzione per risolvere definitivamente i difetti di parete addominale
Entrambi i tempi sono stati svolti in chirurgia robotica e la ricostruzione è stata di tipo R-Tapp, che ha permesso una solida chiusura della diastasi e dell'ernia sfruttando lo spazio pre peritoneale.
Vi è stata sempre nella stessa seduta l'azione correttiva sulle asimmetrie del pannicolo adiposo con liposultura e lipofilling ed è stata infine asportata una considerevole quantità di pelle in eccesso.
La paziente è stata dimessa dopo tre giorni di ricovero e nel giro di due settimane aveva concluso la sua convalescenza a casa.
Nei mesi successivi c'è stata la graduale ripresa dell'attività fisica e la paziente ha ricominciato a dedicarsi regolarmente alla palestra.